|
|
Lunedì 18 luglio
20 Sigarette
Novembre 2003: Aureliano, un ventottenne anarchico e antimilitarista, precario nel lavoro e nei sentimenti, riceve l’offerta di partire subito per lavorare come aiuto regista in un film da girare in Iraq, al seguito della ”missione di pace” dei militari italiani. Nonostante le critiche degli amici, e la preoccupazione dei suoi familiari, Aureliano parte. Si ritrova così al centro di un mondo, quello militare, che non approva e su cui ha molti pregiudizi, scoprendo però in coloro che incontra una umanità e un senso di fratellanza che appartengono anche a lui. Al seguito di Stefano Rolla, il regista che lo ha coinvolto con la sua passione per il cinema e il suo entusiasmo per il lavoro e per la vita, Aureliano non fa in tempo a finire un pacchetto di sigarette che si ritrova nel mezzo dell’attentato alla caserma di Nassirya del 12 novembre 2003. Unico civile sopravvissuto di una strage che ha ucciso ben diciannove italiani, Aureliano, pur gravemente ferito, riesce a mettersi in salvo.
|
|
|
|
Martedì 19 luglio
La Prima Linea Torino, carcere “Le Nuove”, novembre 1989. Sergio, uno dei fondatori del gruppo armato “Prima linea”, entrato in clandestinità a metà degli anni settanta, nella convinzione che l’uso della violenza fosse una scelta necessaria nel nome di una “rivoluzione”. Condannato a molti anni di carcere, Sergio ricorda i giorni del suo arresto, e prima ancora ricorda un giorno particolare: il 3 gennaio 1982. Sergio è a Venezia, dove ha riunito un gruppo di militanti che si preparano a compiere un’azione “impossibile”: far evadere dal carcere di Rovigo quattro detenute, tra le quali Susanna Ronconi, la donna che Sergio ama e con cui ha condiviso idee, scelte politiche, tragici errori. Mentre scorre la “giornata dell’evasione”, Sergio “rivede” i momenti più importanti della sua vita, fino agli esiti più drammatici. Intanto la giornata del 3 gennaio volge al culmine. Sergio e il gruppo si avvicinano al carcere di Rovigo, all’interno Susanna e le altre attendono l’ora fissata.
|
|
|
|
Mercoledì 20 luglio
Porzus
Agli inizi degli anni Settanta, l’anziano Umberto Pautassi arriva in un paesino della Slovenia per incontrare un forestiero suo coetaneo che vive lì da tempo, Carlo Tofani. Quando sono di fronte, i due riprendono i loro soprannomi di un tempo, Storno per il primo, Geko per il secondo, e si rinfacciano le loro “verità”: quella dell’unico scampato, e quella del capo dei Gap che eseguì il massacro. Si torna allora al passato. Nel 1945, la situazione al confine della Jugoslavia è confusa. La politica internazionale impone al PCI di sacrificare in parte gli interessi nazionali a favore della supremazia di Tito. La presenza, nelle baite sopra Porzus in provincia di Udine, di un gruppo di partigiani della brigata Osoppo, di ispirazione cattolica, crea fastidio e imbarazzo. Il 7 febbraio un centinaio di partigiani della brigata Garibaldi e dei GAP comunisti arriva a Porzus, cattura gli osovani e li accusa di collusione coi fascisti. Gli osovani vengono giustiziati freddamente a gruppi, nel giro di undici giorni. Tre scampano all’eccidio, e lo raccontano. Uno di essi è appunto Storno
|
|
|
|
Giovedì 21 luglio
Mediterraneo
Nella primavera 1941, durante la seconda guerra mondiale, otto militari italiani ricevono l’ordine di riprendere e presidiare l’isola greca di Syrna, sul mare Egeo, appartenente all’Italia dal 1920 e recentemente abbandonata dai tedeschi. Vi sbarcano cautamente da una piccola nave da guerra, senza trovare resistenza: l’isola appare deserta. Gli otto componenti il presidio sono un campionario pittoresco di sprovveduti. Il tenente Montini che li comanda è un trasognato cultore di poesia e pittura, perduto nel ricordo di Omero; il suo attendente, Farina, un timido tutto “signorsi’”; il mulattiere Strazzabosco, unicamente concentrato sulla sua mula spelacchiata e azzoppata; il marconista Colasanti, un inetto: i fratelli Libero e Felice Munaron, due nostaligici della montagna natia, da cui si trovano lontani per la prima volta; Noventa, un impaurito, sempre in cerca di un’occasione di fuga: il sergente Lo Russo ha velleità militaresche, punteggiate da divertenti smargiassate. Nel giro di pochi mesi la guerra si dimenticherà di loro e loro della guerra.
|
|
|
|
Venerdì 22 luglio
Un tè con Mussolini Tratto da un’autobiografia uscita in tutto il mondo, Un tè con Mussolini è un nostalgico racconto d’infanzia firmato Franco Zeffirelli. Siamo nel 1935, quando Luca, un dodicenne fiorentino, viene affidato dal padre naturale, un negoziante di tessuti, a Mary, una donna inglese che gli traduce le lettere commerciali e che decide di portare il bambino nella comunità di attempate e agiate connazionali di Firenze, che oziano tra i pasticcini di Doney e un tè agli Uffizi. A questa colonia appartengono anche Lady Hester, vedova dell’ex ambasciatore inglese in Italia, Arabella e due americane molto malviste, l’archeologa Georgie e Elsa, un’ex ballerina ebrea ricchissima che darà al bambino il denaro sufficiente per un futuro sereno. Con l’ottobre del 1935 l’Italia esce dal rapporto di sudditanza nei confronti della Gran Bretagna, ma la filofascista Hester ottiene udienza da Mussolini. Ma la dichiarazione di guerra arriva ugualmente e gli inglesi che sono rimasti a Firenze finiscono internati a San Gimignano, prima a spese dello stato in una palestra scolastica, poi a spese di Elsa in un albergo.
|
|
|
|
Sabato 23 luglio
La Grande Guerra
È il 1916, Prima Guerra Mondiale. Oreste Jacovacci e Giovanni Busacca sono due giovani soldati che tentano di sopravvivere alla guerra tentando di evitare il campo di battaglia. Dopo essere stato raggirato da Oreste, che gli aveva sottratto denaro dietro la promessa di farlo riformare, Giovanni viene fatto abile. Ma il destino porta i due ad incontrarsi di nuovo e, nonostante il rancore di Giovanni, tra loro nasce un’intensa amicizia. Entrambi vengono inviati al paese di Tigliano, dove attendono di essere mandati al fronte. Assegnati infine ad una postazione, Gianni ed Oreste incontrano i commilitoni e trascorrono con loro alcuni mesi di pausa dai combattimenti, fino al giorno del primo ed estenuante scontro a fuoco contro l’esercito austro-tedesco. Catturati dagli Austriaci, viene offerta loro un’opportunità: la vita in cambio delle informazioni sui piani strategici dell’esercito italiano. Nonostante la loro coscienza vacilli, in bilico tra la paura di morire ed il rifiuto di macchiarsi col disonore, l’arroganza dell’ufficiale toglie loro ogni dubbio, ridando forza alla dignità che hanno in cuore. |
|
|
|
Domenica 24 luglio
Noi credevamo Tre ragazzi del sud (Domenico, Angelo e Salvatore) dopo la pesante repressione borbonica dei moti del 1828 che ha coinvolto le loro famiglie, si affiliano alla Giovane Italia. Attraverso quattro episodi che li vedono coinvolti, nella trama del film Noi Credevamo vengono raccontate alcune vicende del processo che ha portato all’ Unità d’ Italia, a partire dall’ arrivo nel circolo di Cristina Belgioioso a Parigi e al fallimento del tentativo di uccidere Carlo Alberto, fino all’ insuccesso dei moti savoiardi del 1834. Questi eventi portano i tre ragazzi del sud a dividersi: Angelo e Domenico, di origine nobiliare, scelgono un percorso diverso da quello di Salvatore, un popolano che viene addirittura accusato da Angelo (ormai votato all’ azione violenta) di essere un traditore della causa. Attraverso lo sguardo di Domenico, il film Noi Credevamo osserva gli esiti del processo storico del Risorgimento italiano.
|
|
|
|