LIBRI IN RASSEGNA
TUTTI I LIBRI DELLA XII EDIZIONE
IN COLLABORAZIONE CON LA LIBRERIA FAHRENHEIT 451 DI NETTUNO
MARTEDÌ 22 LUGLIO ore 20.30
CANUDOS.
La guerra nel sertão del Brasile
di Mario Junior Contini
Edificare Universi, 2014
Canudos – La guerra nel sertão del Brasile è un romanzo storico in cui l’autore ricostruisce le vicende del paese alla fine del XIX secolo, partendo non dalla costa europeizzata e progredita, ma da quell’entroterra primitivo e sfruttato che prende il nome di “sertão”. Un territorio difficile, diviso in grandi latifondi che si reggono su un sistema di tipo feudale. La cultura estensiva della canna da zucchero e la conseguente desertificazione del terreno portano ad un progressivo peggioramento delle condizioni di vita di suoi abitanti a cui non resta che la scelta dell’emigrazione. È in questo quadro sociale che, oltre a fenomeni di banditismo, nascono fermenti di rivolta come quella di Canudos, definita come il tentativo di accedere alla storia da parte di una popolazione che ne era esclusa, l’aspirazione ad affermarsi in quando esseri umani che hanno gli stessi diritti degli altri. Una straordinaria pagina di storia per conoscere l’epopea di un popolo che anela al riconoscimento dei fondamentali diritti umani; una pagina pressoché ignorata dalla cultura occidentale e che merita, invece, di essere conosciuta.
Mario Contini Jr. è nato a Brasilia da genitori italiani emigrati in Brasile all’inizio degli anni Cinquanta. Laureato in Lettere all’Università “CEUB de Brasilia” e in Scienze Politiche all’Università “La Sapienza” di Roma, attualmente lavora presso le comunità straniere della Provincia di Roma e collabora con le scuole del litorale Pontino. Italiano per caso è il suo primo romanzo pubblicato in Italia. Ha partecipato a diverse pubblicazioni in Brasile, fra le quali Antologia de Poetas de Brasília (1985), Poetas Brasileiros de Hoje (1986 e 1987) e Fala Satélite (1986).
MERCOLEDÌ 23 LUGLIO ore 20.30
“DOBBIAMO RESTITUIRE FIDUCIA AI MERCATI”, FALSO!
di Andrea Baranes
Laterza, 2014
Per anni la finanza è stata presentata al mondo come quel settore che, quasi per magia, era in grado di realizzare profitti enormi in tempi brevissimi. E, in una cultura in cui il profitto è uno dei principali interessi, questo forse ha fatto sì che il mondo finanziario godesse di una considerazione come nessun altro. Spesso si è creduto che l’unica possibilità di sopravvivenza anche per gli stati fosse quella di attenersi alle regole della finanza. Poi, solo sei anni fa, ecco l’inizio di una crisi devastante, pagata a carissimo prezzo da tutti. E per molti, responsabile di questa crisi è proprio il mondo della finanza. Ma allora perché nessuno agisce contro questo mondo? Perché le istituzioni sembrano essere sempre pronte a compiacerlo piuttosto che a metterlo in discussione? Perché, se di responsabilità si può parlare, nessuno sembra nemmeno pensare di mettere la finanza davanti a queste sue responsabilità? Non è forse la finanza a dover cambiare radicalmente rotta per riconquistare la nostra fiducia?
Presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica, della rete di Banca Etica, portavoce della coalizione Sbilanciamoci! (www.sbilanciamoci.org) e membro del Comitato Etico di Etica Sgr, Andrea Baranes è stato portavoce della campagna per l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie (zerozerocinque.it) e membro del Direttivo della rete internazionale BankTrack. Ha pubblicato libri sui temi della finanza e dell’economia come Il mondo è di tutti (con K. Bizzarri, EMI 2006); Come depredare il Sud del mondo (Terre di Mezzo 2009); Per qualche dollaro in più (Datanews 2011); Il grande gioco della fame (Altreconomia 2011); Finanza per indignati (Ponte alle Grazie 2012). Collabora con riviste specializzate e con i siti dell’Huffington Post, Sbilanciamoci.info e Nonconimieisoldi.
GIOVEDÌ 24 LUGLIO ore 20.30
LA TORTURA DEL SILENZIO
Storia di Marius Oprea cacciatore dei criminali di regime
di Guido Barella
Edizioni San Paolo, 2014
All’epoca di Ceausescu, Marius Oprea era un dissidente. Oggi è una sorta di archeologo che vuole riportare alla memoria le tante, troppe terribili storie della Romania di quegli anni. Storie dei cui protagonisti oggi rimangono solo quelle ossa che la Securitate, la polizia politica rumena del tempo, aveva fatto seppellire ai bordi dei villaggi perché servissero da monito e da minaccia per la popolazione. Storie di torture e storie di assassinii compiuti dai rappresentanti di un’istituzione – lo Stato – che i cittadini dovrebbe proteggere e garantire, non uccidere. Storie la cui memoria, senza l’operato di Marius Oprea, rischierebbe di affievolirsi via via con il passare del tempo. La tortura del silenzio è il risultato dello straordinario incontro tra un uomo che con la sua professione di giornalista ha scelto di raccontare l’oggi e un uomo che ha scelto di essere l’archeologo di un passato ancora troppo vicino al tempo che viviamo per essere dimenticato.
Guido Barella è giornalista del quotidiano triestino Il Piccolo. È stato per tre mandati consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
VENERDÌ 25 LUGLIO ore 20.30
RIVOLUZIONI VIOLATE
Primavera laica, voto islamista
di Giuliana Sgrena
Il Saggiatore, 2014
Grande interesse ha suscitato nel mondo intero la cosiddetta “Primavera Araba”. Un ruolo di primo piano in questo movimento epocale hanno avuto senz’altro le donne. Questo vento di cambiamento, tuttavia, ha portato alla caduta di governi che se da un lato potevano avere un carattere dittatoriale, dall’altro erano governi laici. Di contro, i nuovi processi democratici hanno condotto spesso al prevalere di partiti ispirati a valori e precetti religiosi con tutto ciò che ne consegue in termini di conquiste femminili. Le donne che hanno lottato nella Primavera Araba si trovano ora di fronte ad una contraddizione lacerante: possono questi nuovi governi, eletti democraticamente ma legati a precetti religiosi severi, conciliarsi con il desiderio di partecipazione attiva alla vita politica da parte di donne che sono scese in piazza per chiedere il cambiamento? Giuliana Sgrena indaga le ragioni alla base dell’ascesa islamista e raccoglie le voci delle donne che intendono opporsi a una deriva teocratica che limiterebbe drasticamente le loro libertà.
Giuliana Sgrena è inviata del Manifesto dal 1988. Ha scritto da territori di guerra tra cui Somalia, Algeria, Afghanistan e Iraq. Collabora con il settimanale tedesco Die Zeit. Per Feltrinelli ha pubblicato Fuoco amico (2005), Il prezzo del velo. La guerra dell’Islam contro le donne (2008) e Il ritorno. Dentro il nuovo Iraq (2010). www.giulianasgrena.it
Dalla Prefazione di Enrico Fierro.
SABATO 26 LUGLIO ore 20.30
NINA E I DIRITTI DELLE DONNE
di Cecilia D’Elia, disegni di Rachele Lo Piano
Sinnos Editrice, 2012
Premio Elsa Morante Ragazzi 2012
Premio 2011 miglior libro dell’anno per Editoriaragazzi.com
Segnalazione speciale Premio nazionale Un libro per l’ambiente
Oggi molti diritti ci sembrano scontati e sembra impossibile che possano essere negati. Eppure, anche nel nostro mondo, un tempo non necessariamente troppo lontano, c’erano alcuni diritti che non solo erano negati, ma il fatto stesso di chiederli e reclamarli poteva suscitare grande scandalo. In Italia le donne hanno avuto il diritto al voto solo dopo la seconda guerra mondiale. E non tutti, all’epoca, forse videro questo cambiamento come doveroso e necessario. Sempre nel nostro paese, anche solo 45 anni fa, alcune professioni, come ad esempio la magistratura, erano di fatto vietate alle donne. Nina e i diritti delle donne è il racconto delle conquiste di questi diritti fatto dalla voce della protagonista attraverso la rievocazione della storia della sua famiglia. Un racconto necessario per capire che tanti traguardi, che oggi sembrano scontati, hanno avuto bisogno di grandi lotte e, soprattutto, di grande coraggio. Anche intellettuale.
Cecilia D’Elia, laureata in filosofia, ha due figli e vive a Roma. Ha pubblicato articoli sulla politica delle donne e, da qualche anno, è impegnata nel governo locale. Attualmente è vicepresidente e Assessore alle politiche culturali della Provincia di Roma.
Rachele Lo Piano si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma e laureata in Lettere.
Prefazione di Mariella Gramaglia.
DOMENICA 27 LUGLIO ore 20.30
HO SOGNATO UNA STRADA
di Cècile Kyenge
PIEMMEora, 2014
«Il meticciato è una realtà di oggi, come del nostro passato. Il meticciato è una forza. La ricchezza culturale del Bel Paese non sarebbe fiorita se gli italiani non avessero accolto il nuovo che proveniva dai tanti popoli con cui entravano in contatto. Cosa sarebbe stata Roma senza l’apporto dei Greci? Cosa sarebbero state la scienza e la tecnologia senza il contributo della civiltà araba? Cosa sarebbe stata l’Italia se si fosse chiusa all’arrivo di quella religione mediorientale che è il cristianesimo? Cosa sarebbe la meravigliosa cucina italiana se non si fossero usati ingredienti esotici, giunti dalle Americhe, come il pomodoro e il mais? Perfino la Lega Nord individua le sue radici in civiltà “barbare”, cioè “straniere”». (Cécile Kyenge)
Un libro che è anche il manifesto di un’attività politica incentrata sulla battaglia per i diritti umani; un libro che smonta le argomentazioni di chi si oppone all’acquisizione di diritti da parte di chi non ne ha. Un libro che si compone di storie talvolta drammatiche di dignità negata e calpestata, ma anche storie d’integrazione riuscita. I diritti, spiega l’autrice, sono un bene comune: più sono distribuiti più ciascuno di noi ne gode.
Nata in Congo nel 1964, Cècile Kyenge è arrivata in Italia a diciannove anni con una borsa di studio. Di professione medico oculista è sposata e ha due figlie. Il suo intenso impegno per i diritti umani l’ha portata ad essere membro e presidente di diverse associazioni umanitarie. Nel 2013 – dopo l’elezione a deputato nel Partito Demoratico – è diventata ministra per l’Integrazione del governo Letta. Ha partecipato all’elaborazione della Carta Mondiale dei Migranti nel 2011 a Gorée ed è stata inclusa nell’edizione 2013 della lista “100 Leading Global Thinkers” pubblicata dalla rivista americana Foreign Policy. Ho sognato una strada è il suo primo libro.